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Dry Garden di sole grasse (anche al Nord)

giardino desertico

L’acqua è un bene prezioso, ancora di più quando in estate si profilano lunghi mesi di siccità, letali per tutte le piante tranne quelle grasse: e allora, perché non usarle per creare un intero giardino, realizzabile non solo nel Sud ma anche nel Nord Italia?

Un giardino di sole succulente prende il nome di “Dry Garden”, sebbene questa denominazione anglosassone sia nata per spazi verdi ricchi di specie erbacee a bassissima richiesta idrica, spesso alternate a zone di ghiaia, come proponeva la grande paesaggista britannica Beth Chatto. Poiché il “giardino di ghiaia” e quello di piante grasse sono accomunati dalla capacità di vivere senz’acqua, il termine di Dry Garden ben si addice a entrambi.

 

Cactus “cammelli”

I cactus, ossia le piante appartenenti alla grande famiglia delle Cactacee, sono i candidati giusti per popolare il Dry Garden. Le loro forme tondeggianti o cilindriche sono dovute ai tessuti interni rigonfi d’acqua, che ogni cactus immagazzina prelevandola dalla terra quando c’è – cioè durante le piogge – e centellinandola nell’utilizzo per mesi e mesi. Addirittura il saguaro, il cactus a candelabro dei film western, nel deserto di Sonora in Arizona, può vivere anche 10 anni (l’intervallo fra una pioggia e l’altra) senz’acqua. In Messico, invece, le pale del fico d’India vengono staccate, tagliate e succhiate quando viene sete e non è disponibile una fonte d’acqua. 

Le Cactacee si comportano, in sostanza, come “cammelli” che stivano il prezioso liquido quando lo trovano nel suolo per poi utilizzarlo lentissimamente al bisogno. Il che spiega anche come mai molti cactus coltivati in vaso muoiano per eccesso d’annaffiatura…

 

Succulente per il Nord e il Sud

Fra i generi succulenti più indicati – ovviamente scegliendo solo esemplari di grande taglia che potete trovare facilmente nel vostro Centro di Giardinaggio di fiducia – per vivere fino alla Val Padana compresa, ci sono Opuntia (non il fico d’India, ancora troppo delicato per vivere al Nord, bensì O. humifusa che tollera fino a –10 °C e perfino la neve), Ferocactus, Echinocactus (per es. E. grusoni), Echinopsis, Cylindropuntia, Trichocereus, Oreocereus, Cleistocactus strausi, tutti appartenenti alle Cactacee. E poi (più piccoli, da inserire come comprimari) Graptopetalum paraguayense, Sedum e Sempervivum di infinite specie. In linea di massima, quanto più il cactus è spinoso (ferocemente spinoso!) o coperto di peli, tanto più facilmente sopravvive alle basse temperature.

In Meridione – dove l’estate è da sempre avara d’acqua – è frequente trovare in giardino non solo tanti cactus, ma anche altre succulente come agavi, aloe, euforbie (Euphorbia erythraea su tutte, dal fusto a candelabro costoluto e armato sugli spigoli) e perfino Crassulacee come Crassula ovata, detta anche albero di giada.

 

 

 

 

Manutenzione minimale

non ha bisogno d’acqua

Il Succulent Dry Garden non ha bisogno d’acqua perché le piante si accontentano di quella che cade dal cielo, anche ogni 4 o più mesi. Ed è a zero manutenzione, perché alle piante si intervallano ghiaia, sassi e pietrisco che impediscono quasi completamente la nascita delle malerbe. 

Poche le attenzioni necessarie: un ottimo drenaggio prima dell’impianto (eventualmente provvedere a rialzare l’aiuola, creando uno spessore di ghiaia alla base); una scelta vegetale con armonia di forme e colori, considerando che alcune specie offrono anche una gamma di varietà di forma particolare o con variegature decorative vistose; l’uso di sassi, ghiaia e pietre con effetto architettonico (moderno e geometrico) oppure naturalistico, imitando la natura con creatività. 

Prima di acquistare le piante chiedete al vostro Centro Giardinaggio della loro capacità di resistenza al gelo: spesso è elevata solo in condizioni di assoluta siccità invernale, fattore da ottenere con piccole serre montate intorno oppure ombrelli posizionati sopra i cactus. Le scarsissime irrigazioni sono da prevedere solamente in aprile-maggio quando il fabbisogno è più elevato che in estate: con il caldo, le piante entrano in riposo.

Dunque il Dry Garden non si annaffia, non si sfalcia, non si pota, si ammira e basta. Ha un solo difetto: non va bene se ci sono bambini piccoli, cani o gatti, visto che quasi tutte le succulente idonee hanno spine cruente…

 

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