Fai fatica a riconoscerla come una malattia fungina, perché più spesso si pensa a una patina di sporcizia e smog: si notano le foglie e i rami anneriti da un velo appiccicaticcio che viene via solo se grattato con l’unghia. In realtà la fumaggine è una malattia causata da funghi di varie specie che ricoprono le parti aeree delle piante legnose, ma che raramente portano a morte gli esemplari attaccati.
Inoltre, non s’instaurano da soli, bensì in base a una condizione essenziale e predisponente: la melata rilasciata da insetti parassiti. Questa sostanza zuccherina e appiccicosa, escreta da afidi, cocciniglie, psille ecc., rappresenta l’alimento di cui le fumaggini si nutrono: senza di essa, i funghi non attaccano.
Ne consegue che, per eliminare la fumaggine, bisogna prima controllare gli insetti parassiti, in modo da far scomparire la patina di melata. Una volta sparita questa, spontaneamente in qualche mese sparirà anche la fumaggine, perché il fungo non avrà più nutrimento.
Malattia ubiquitaria
Si tratta di una malattia fungina provocata da diverse specie di funghi (Cladosporium, Torula, Alternaria, Capnodium, Aureobasidium, Ceratocarpia ecc.), variabili a seconda della pianta colpita, ma che causano tutti lo stesso effetto. È una delle malattie in assoluto più frequenti e diffuse, anche se in genere non è appunto letale.
Colpisce indifferentemente quasi tutte le specie vegetali, sempreverdi o caducifoglie, come piante d’appartamento e da fiore, piante grasse, erbacee annuali e perenni, arbusti, rampicanti e piante da siepe (soprattutto ligustro, alloro, evonimo, pittosporo, piracanta), alberi ornamentali e da frutto (in particolare agrumi e olivo).
Sintomi e danni
Si manifesta sotto forma di una patina nera e appiccicosa, che può essere secca e dura quando si instaura su foglie coriacee e rigide, oppure molle e untuosa su tessuti morbidi. Questa patina appare su foglie e rami. La collosità non è in verità prodotta dal fungo, ma da parassiti animali (afidi, cocciniglie, psille ecc.) sovrastanti sulla pianta, che emettono una sostanza zuccherina, chiamata “melata”, che cade sulle foglie sottostanti e della quale si nutrono proprio i funghi che causano la fumaggine.
Il fungo non produce danni diretti, perché rimane in superficie per nutrirsi esclusivamente della melata. Però, quando copre molto le foglie, la patina nera riduce la luce necessaria allo svolgimento della fotosintesi clorofilliana, l’operazione che permette ai vegetali verdi di creare energia e nutrimento per la propria vita. Quindi, se le piante vengono attaccate fortemente, possono deperire vistosamente, ma raramente la malattia porta a morte l’esemplare colpito.
Ovviamente la patina nera si instaura quando sono presenti afidi e cocciniglie, quindi dalla primavera alla fine dell’estate, ma poi rimane anche durante l’inverno, se non viene lavata via con un forte getto d’acqua o da piogge torrenziali. Quindi l’autunno e l’inverno, con una minore presenza di vegetazione, spesso permettono di accorgersi del problema, sebbene le cause siano ormai tramontate.
Prevenirla e curarla
In prevenzione bisogna evitare che si instaurino gli insetti parassiti, per esempio mantenendo l’equilibrio idrico (irrigare il giusto) e nutritivo (concimare senza eccedere con l’azoto), e arieggiando la chioma (no agli impianti fitti, sì alle potature di sfoltimento).
Per combatterla efficacemente bisogna prima eliminare gli afidi, le cocciniglie e le psille che producono la melata, la sostanza zuccherina che permette ai funghi nocivi di crescere. Poi, se la fumaggine non è troppo estesa, su alberi e arbusti sempreverdi basta lavare con un forte getto d’acqua le parti colpite, eventualmente passandole con una spazzola a setole rigide; se invece ha attaccato buona parte dell’esemplare è meglio effettuare prima un trattamento con sali di rame.