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Stagione nuova, vaso nuovo

Avete mai pensato che il vaso è la casa delle vostre piante? Quella in cui dovranno abitare per almeno un anno? Bene, alla luce di ciò è indispensabile che questa “casa” sia scelta in modo corretto a ogni rinvaso, perché se poi l’esemplare dovesse stare scomodo, la sua riuscita sarebbe di molto inferiore alle vostre aspettative.

 

Dimensioni e forme del vaso

In linea di massima, quando si cambia casa a una pianta, si deve scegliere un vaso di una o due misure in più. Ma come si misura un vaso? Sull’esterno del fondo c’è la misura del diametro, che è riferita alla base del vaso. Se il vaso è cilindrico, la misura sarà di 0,5-1 cm al bordo superiore. Se invece il vaso è svasato o a campana, il bordo superiore avrà un diametro anche di 6-10 cm in più, ma la misura corretta è quella basale: questo tipo di vaso va bene per piante legnose con radici superficiali. Attenzione: spesso i vasi di design hanno forme “strane”, ossia anche molto svasate verso l’alto e, appunto, non vanno bene per tutte le specie vegetali.

Poi ci sono i vasi più alti che larghi. Alcune piante hanno un apparato radicale che va in profondità (e starebbero molto meglio in giardino): volendole coltivare in vaso, devono avere sufficiente spazio verso il basso per allungarsi. Per es. rose, limoni e agrumi in genere, avocado, agave, malvone, aucuba, brugmansia e datura…

E le ciotole vanno bene per tutte le piante? Assolutamente no, in ciotola vanno solo le piante erbacee annuali o perenni e le succulente che hanno poche radici e distese in superficie. Per es. campanule, portulacca, tagete, viole, primule, calibracoa, calancoe…

La forma migliore? È quella squadrata, perché consente alle radici di esplorare una maggior quantità di terriccio, mentre quella rotonda le obbliga a procedere in cerchio, dando luogo al fenomeno della circuitazione.

 

Materiali del vaso

Un grande dubbio: vaso in plastica o in terracotta? Una prima, evidente differenza sta nel peso, ovviamente maggiore per il coccio: tenetelo presente se avete un balcone in aggetto (e molti vasi). Ma la seconda, grande differenza è nella traspirazione: il coccio lascia evaporare l’acqua ed è adatto a piante che temono il ristagno idrico (es. tutte le succulente), la plastica invece trattiene l’umidità e va bene per piante “assetate”, ma si scalda di più della terracotta e quindi, in pieno sole per 12 ore, non è il massimo.

Quanto agli altri materiali (legno, cemento, metallo), possono andare bene in particolari situazioni (sono sempre grandi e impegnativi) a patto che i contenitori abbiano tutti i fori di drenaggio sul fondo.

 

 

Nuova ecologia della plastica

Ma la plastica – lo sappiamo tutti – è un materiale pressoché indistruttibile: per limitare i danni, ecco una serie di consigli utili. Conservate i vasi da vivaio, quelli in cui acquistate la pianta: ben lavati e disinfettati, vi serviranno per altre piante. In alternativa, chiedete al vostro Centro di Giardinaggio se è interessato a ritirarli per riutilizzarli (dopo sterilizzazione) nel punto vendita. In alternativa ancora, buttateli nel cassonetto della plastica: saranno riciclati.

Acquistando vasi nuovi, scegliete quelli realizzati in plastica riciclata ed eventualmente riciclabile. Non buttateli via semplicemente perché non vi piacciono più: regalateli o portateli a un mercatino dell’usato, magari piaceranno ad altri. E men che meno tagliateli per procedere al rinvaso: creereste solo un rifiuto in più, da smaltire…

 

Vasi con riserva d’acqua

I nuovissimi vasi con riserva d’acqua – un’intercapedine basale che conserva l’acqua d’annaffiatura o piovana e la eroga pian piano su richiesta delle radici – sono geniali e altamente raccomandati per piante da esterni e da interni. In questo secondo caso permettono infatti di annaffiare anche solo una volta ogni 15 giorni; nel primo invece dipende dalla temperatura e dal soleggiamento, ma sempre consentono di bagnare ogni tot (almeno 3) giorni perfino in piena estate su un balcone palermitano rivolto a sud.

Si riutilizzano per anni, avendo cura di lavare bene con una spazzola la griglia basale, per liberare le fessure dal terriccio precedente.

 

Vasi o portavasi

Infine, un’ultima raccomandazione che sembrerebbe scontata, ma non sempre è così: i “vasi” senza buco sul fondo NON vanno assolutamente bene, perché non sono vasi, bensì portavasi decorativi. Il pane di terra deve SEMPRE alloggiare in un contenitore con uno o più fori sul fondo che servono per il drenaggio dell’acqua. Senza buchi, le radici marciscono in fretta. Quindi: zolla nel vaso forato e poi eventualmente mettete il vaso dentro a un portavaso di design senza fori (ricordandovi di controllare a ogni annaffiatura che l’acqua non ristagni sul fondo!).

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