L’ortica è decisamente poco amata nei giardini e negli orti, ovviamente perché punge l’incauto giardiniere. Però è anche un vegetale molto utile sotto diversi punti di vista: è commestibile e, anzi, tonifica tutto l’organismo umano e animale, come pure le piante coltivate accanto a lei; quando in autunno si decompone, restituisce al terreno grandi quantità di azoto, facendovi risparmiare sui concimi; infine, se trattata opportunamente mediante macerazione, si irrora sulle piante coltivate come fertilizzante o come antiparassitario contro gli insetti nocivi.
Riconoscibilissima: punge!
È una delle piante più riconoscibili per l’azione irritante che provoca a contatto con la pelle. L’ortica (Urtica urens, U. dioica) punge perché sulle foglie ci sono peli fragilissimi, che al minimo urto versano sulla nostra pelle una sostanza urticante (appunto!). Se non volete fare la prova dal vivo, si riconosce perché è una pianta erbacea perenne con fusti annuali, che raggiungono 1-2 m di altezza; ha foglie ovali, seghettate, color verde scuro; i fiori, poco appariscenti, sono piccolissimi, giallo-verdastri e compaiono tra giugno e settembre.
Dove trovare l’ortica
Francamente, non vi consigliamo di sacrificare un angolino di terra in un punto poco frequentato per piantarla: in questo caso, la potreste reperire in campagna, estraendo qualche pezzo di radice e trapiantandolo in qualunque terreno, purché ben nutrito. E stando poi attenti a tenerla sotto controllo perché si espande facilmente.
Tutto sommato, è meglio raccoglierla in natura, vicino a centri abitati e ruderi, in terre incolte e lungo le strade di campagna, in tutta Italia dalla costa all’alta montagna. Controllate solo che in vicinanza non ci siano discariche, ferrovie o strade di grande passaggio, che inquinano le piante con piombo e altri metalli. Raccoglietela con un paio di guanti robusti, tagliando i fusti alla base con le cesoie, e ponetela in un capiente sacchetto di plastica.
La ricetta per il macerato d’ortica
da fare in casa
Mettete 1 kg di ortiche fresche tagliuzzate in ammollo in un contenitore di metallo con 10 l d’acqua. Coprite con coperchio e lasciatele in infusione in un luogo ombreggiato e possibilmente lontano dall’abitazione: la macerazione sviluppa un odore nauseabondo.
Se le lasciate solo per 36 ore e poi filtrate, potete irrorare piante da orto, da fiore e ornamentali colpite dagli afidi; le irrorazioni vanno effettuate sugli insetti nocivi ogni 2-3 giorni per almeno 2 settimane. Il macerato agisce per contatto grazie all’acido formico contenuto negli aghi fogliari e liberatosi nell’acqua: gli insetti o cadono o, se restano sulla pianta, perdono vitalità e non sono più dannosi; il preparato è leggermente tossico anche per le api e gli insetti impollinatori, quindi non va mai spruzzato sui fiori.
Se invece le macerate per 7 giorni e filtrate, usate il liquido puro come diserbante applicato sulle malerbe, oppure diluito al 50% come concime da distribuire direttamente sul fogliame.
L’alternativa inodore
In tutti i Centri di Giardinaggio trovate in vendita il macerato d’ortica già pronto all’uso, realizzato da aziende specializzate nella difesa delle piante. Offre numerosi vantaggi, il primo dei quali è la mancanza di odore (o la fortissima riduzione) che vi salva dalle proteste dei familiari o dei vicini di casa. È in flacone trigger, quindi con lo spruzzino per un uso immediato: basta solo agitare – come sempre – il flacone prima dell’utilizzo. Ed è stato realizzato con le giuste percentuali di pianta e acqua, per essere certi che abbia la massima efficacia: irrorato sulle piante, le nutre (concime fogliare) e ne allontana i parassiti animali sia se sono già presenti, sia creando un ambiente inospitale per quelli intenzionati ad arrivare.